GRANDE PARTECIPAZIONE AL CONVEGNO-DIBATTITO ” SENZA MEMORIA NON C’E’ FUTURO”
Si è svolto ieri a Bari – Carbonara nel Salone Parrocchiale ” Chiesa Matrice Santa Maria del Fonte ” , in un salone occupato in ogni ordine di posto, il convegno-dibattito del trentennale della Strage di Capaci in cui persero la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani.
La commemorazione della tragedia ha sancito la centralità dell’ incontro intitolato ” Senza memoria non c’è futuro “, nel panorama degli eventi pubblici per la lotta alla criminalità organizzata e per la sensibilizzazione costante, soprattutto dei più giovani. L’ incontro ha rivolto particolare attenzione al ruolo della memoria, non come semplice commemorazione, ma come strumento per alzare la soglia d’attenzione delle giovani generazioni e mantenere alta la tensione morale nei confronti di una battaglia, quella contro le mafie, che richiede particolare concentrazione e l’ impegno di tutti e di ciascuno per sconfiggere quella mafiosità su cui si alligna mafia e camorra.
Dopo i saluti di rito e l’ introduzione del Dott. Vito Magaletti – direttivo delle Associazioni BARINQUARTA e VOGLIA DI CRESCERE e il benvenuto dato agli illustri relatori: Don Giovanni Umberto Mastronardi ( Sacerdote Anticamorra ), gli uomini delegati dal Dott. Palumbo Michele del Corpo della Polizia di Bari, della Prof.ssa Ermelinda Cucumazzo IC ” Giovanni Paolo II – S.M De Marinis ” e del Cav. Dott. Pellegrini Presidente dell’ Associazione A.I.O.S , ha avuto inizio la video proiezione delle migliori frasi del Giudice Falcone.
L’ argomento del dibattito-memoria ha calamitato l’ attenzione del pubblico che ha così potuto rendersi conto degli innumerevoli sforzi che un sacerdote anticamorra, cerca di mettere in campo per lanciare un messaggio di speranza per le future generazioni, una vera e propria ribellione alla cultura mafiosa e al malaffare, piaghe sociali di una Nazione così bella come l’ Italia ma dilaniata dalla delinquenza. Don Jumbo durante il dibattito ha sottolineato la possibilità che ognuno di noi ha di scegliere da che parte stare e il ruolo della politica e delle istituzioni che, devono dare il buon esempio. Don Jumbo ha ribadito che abbiamo bisogno di persone pulite, che indossino sulla propria pelle una divisa: la Dignità e riconoscere le persone che hanno il coraggio di squarciare il velo dell’ omertà. Occorre denunciare le nefandezze del sistema marcio, affinchè la classe politica e le istituzioni possano aprire le porte a persone perbene in grado di gestire la ” res publica ” in maniera limpida. Lo impone la nostra coscienza e il ricordo indelebile di chi, come Giovanni Falcone, ha perso la vita in un ideale non barattabile come quello della legalità. Le esplosioni delle bombe sono troppo assordanti per far finta di niente. Don Jumbo ha sottolineato il ruolo delle parrocchie che sovente fanno quello che toccherebbe alle Istituzioni, anche se in fondo chiedono cose normali, la Chiesa si fa itinerante.
Particolarmente apprezzata è stata la Lettera aperta di Natale ai mafiosi e ai camorristi che Don Jumbo ha distribuito in sala, un monito ai mafiosi ” Le vostre azioni malavitose non saranno mai la Croce del coperchio della vostra bara, ma la condanna eterna della vostra anima. Ricordatevi cari camorristi mafiosi, che questi uomini uccisi da voi sono e saranno sempre veri eroi, vivi ancor di più, anche dopo la morte perchè il bene non si cancella con un proiettile o una bomba. E l’ amore che cancella e distrugge il male. Diventa un uomo vero per amare e non un mafioso per ammazzare “.
Prima della legalità c’è l’etica. L’etica incomincia dalla profondità della nostra coscienza.
La Dirigente Prof.ssa Ermelinda Cucumazzo IC ” VIII Circolo Didattico Giovanni Paolo II – S.M De Marinis ha invece evidenziato che la lotta alla mafia inizia tra i banchi di scuola. E’ fondamentale il coinvolgimento delle scuole, perchè sui ragazzi si deve investire per il futuro. Grazie a loro e al ruolo importante delle famiglie, la guardia contro ogni forma di violenza e di prevaricazione, dovrà e potrà rimanere sempre alta. In questo modo i ragazzi saranno sempre più sentinelle della legalità e l’ importanza di renderla esplicita in tutti i discorsi, sia a scuola che fuori. Ha sottolineato l’ importanza della famiglia e di spiegare bene ai ragazzi cos’è la mafia, perchè sappiano riconoscerla e contrastarla, oggi che è così diversificata e chiaramente inserita in tutti i settori della vita pubblica, l’ importanza del confronto di esperienze, una battaglia di libertà contro chi soffoca le coscienze, contro chi vuole confondere la verità con la menzogna.
Caratterizzanti da un’ unità d’ intenti la presenza degli agenti del Corpo di Polizia Locale di Bari delegati dal Dott. Palumbo e del Cav. Dott. Giacomo Pellegrini – Presidente Ass. A.I.O.S – Associazione Nazionale Interforze Protezione civile che, con il suo intervento ha espresso piena disponibilità ad operare, dialogare, confrontarsi con maggiore consapevolezza, di essere cittadini rispettosi della Costituzione, delle leggi, degli ordinamenti, del senso civico della persona e della cosa pubblica in prospettiva della legalità e della pace, l’ arma più potente che l’ uomo dispone ma che non riesce ancora a comprendere, non solo a livello locale o nazionale, bensì a livello europeo. Ha sottolineato il lavoro elefantiaco del Corpo dello Stato che ha iniziato a reagire, pungolato da un’ opinione pubblica sempre più accesa dallo sdegno provocato dal sacrificio dei due eroi civili, la chiusura di un’era sanguinaria. La Mafia non affatto invincibile, bensì un fatto umano che si può sconfiggere impegnando tutte le forze migliori delle istituzioni.
La giornalista e moderatrice ha concluso il dibattito invitando alla riflessione: ” Attraverso il ricordo, oggi, intendiamo offrire l’ attualità del valore del suo messaggio alle nuove generazioni, e insieme, invitare alla riflessione e a coltivare il percorso della memoria. E’ importante fare memoria delle vittime autentiche che costituisce l’ unico orizzonte lungo il quale intraprendere, accanto alle lotte giudiziarie, una lotta di popolo “.
L’ esercizio della memoria è il modo migliore per contrastare le mafie. Importante la memoria, non tanto come ricordo di una ricorrenza, quanto per la necessità di costruire sulla memoria un confronto collettivo capace di far nascere e consolidare la coscienza critica che sta alla base della lotta alle mafie.
” Paolo Borsellino: la lotta alla mafia dev’ essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’ indifferenza, della contiguità e quindi della complicità “.
Considerando che la Mafia uccide e il Silenzio pure, la mafia è una montagna di merda.
Un ringraziamento particolare lo dedichiamo alle Associazioni BARINQUARTA e VOGLIA DI CRESCERE di Vito Magaletti e Francesco Magrone che in tutti questi mesi di intensa attività , hanno dimostrato una grande sensibilità ed attenzione alle problematiche di maggiore interesse ( donne, lavoro, legalità, giustizia ).
Francesca Branà