Gregorio Colacicco è il nuovo Direttore Generale dell’ASL di Taranto
Sessantaquattro anni, nato a Laterza il dottor Gregorio Colacicco è stato Direttore Sanitario della ASL FG dopo aver diretto l’USL di Altamura. Un curriculum d’alto profilo che evidenza competenza e professionalità. Laureato in medicina e chirurgia il 17 ottobre 1983 presso l’università di Bologna con 110/110, si è specializzato in Igiene e Medicina preventiva con indirizzo in Sanità Pubblica presso l’università degli Studi di Bologna. Un medico, dunque, subentra ad un avvocato alla guida dell’ASL di Taranto.
Dott. Colacicco, se l’aspettava la nomina di Direttore Generale dell’ASL della sua provincia?
Be’ quando si parte dalla sostituzione delle guardie mediche e si fa tutto il percorso ed anche master alla Bocconi, corsi regionali per diventare Direttori Generali per poi entrare nell’elenco regionale l’aspettativa è alta. Inutile nascondersi dietro a un dito
La sua è una grande esperienza nel settore sanitario ed è proprio questa di cui ha bisogno l’ASL tarantina, ma oseremmo dire l’intero servizio sanitario pugliese. Insomma, più addetti ai lavori e meno burocrati
Certo l’esperienza è necessaria e fondamentale. I corsi sono importanti, però è altrettanto importante è il percorso professionale.
Il suo incarico inizierà ufficialmente all’inizio del prossimo anno
Sì, dall’1 gennaio 2022
Come intende organizzarsi?
Continuerò con il rilancio dell’assistenza che, con il periodo del Covid, ha visto tutta la sanità e l’assistenza messa da parte per dare priorità al Covid. Abbiamo avuto la riconversione di molti reparti Covid e molte attività anche diagnostiche trascurate. Dobbiamo recuperare sull’oncologia passando dalla cura alla prevenzione e promozione della salute. Un impegno a tutto tondo. Penso che, se non ci fosse un’adeguata informazione dei nostri appelli, non saremmo riusciti con le vaccinazioni ad avere il successo che abbiamo avuto, grazie anche al senso civico della popolazione. Approfitto a rinnovare l’invito di continuare con i vaccini e la terza vaccinazione. Chi non si vaccina mette a rischio tutti, quindi dobbiamo continuare con questa consapevolezza. Vaccinandoci proteggiamo tutti.
Lei conosce bene il suo territorio, quindi conosce le criticità e le aree di miglioramento
A proposito di conoscenza del territorio, volevo comunicare che sta partendo un progetto importante che è in linea con quella che è la sanità del terzo millennio, ovvero: globalizzazione, eccellenza professionale e alta tecnologia, trasformando la carenza di personale in opportunità, come ad esempio il supporto della tele-medicina. Riguardo alla conoscenza del territorio, questa si caratterizza con molta ruralità. Nelle campagna ci sono tante famiglie che vivono di agricoltura e molti allevatori. Man mano che vanno avanti a causa delle patologie croniche sono costretti ad abbandonare il lavoro della terra perché non hanno la possibilità di essere monitorati e controllati. Noi stiamo sviluppando la telemedicina con l’ARES per dare la possibilità ai cittadini di avere una sicurezza sociale in più. Per quanto riguarda patologie come il diabete, la pressione e problematiche respiratorie e tante altre, poter monitorare gli assistiti direttamente a casa loro
In questo momento si registra una maggiore pressione negli ospedali per il Covid
Al momento, grazie alle vaccinazioni i nostri reparti e mi riferisco al Moscati, non sono in affanno. Molti posso usufruire della terapia monoclonale. Nei nostri reparti la situazione è sotto controllo e relativamente tranquilla.
Bisogna riconoscerle il merito di essere stato disponibile, quando le è stato richiesto, con una elasticità a risolvere i problemi, alcuni anche abbastanza complicati.
A volte bisogna mettersi nei panni di chi vive il disagio, prendere per mano l’utente e accompagnarlo nel sistema nazionale regionale. Solo chi vive nel disagio conosce le reali difficoltà. Io ho vissuto diverse di queste situazioni. Se noi mettiamo al centro del nostro lavoro la sofferenza, ebbene avremo fatto appena, appena il nostro dovere. Il PNRR prevede finanziamenti per la sanità territoriale. Pone al centro delle cure non l’ospedale, ma le cure a domicilio
Direttore, avere i CUP ancora chiusi e soprattutto gli anziani in difficoltà a dover fare le prenotazioni on line, non rappresenta un deficit sanitario?
Il Cup ci ha disorientati nel periodo Covid: li abbiamo chiusi per tenere lontane le persone da possibili contagi. Il numero verde lo abbiamo mantenuto per le persone anziane a chi ha difficoltà. Stiamo rivedendo l’organizzazione. I CUP dovrebbero essere garantiti soprattutto alle persone anziane e a chi ha difficoltà. Lavoreremo per questo.
Ha le idee chiare che bisogna tramutare in fatti
Il mio impegno sarà quello di portare a maggiori risultati e elevare la qualità dell’assistenza. Voglio mantenere un profilo basso e parlare con i fatti
In bocca a lupo e buon anno in tutti i sensi.
Voglio approfittare per fare gli auguri di Buon Natale e Buon anno a tutti i vostri lettori