Ciak si gira. A Martina Franca il remake di Peppone e Don Camillo
Sono passati 70 anni dai film di Giovannino Guareschi, giornalista che scrisse diversi racconti diventati film, famosi in tutto il mondo con due personaggi che conquistarono il pubblico televisivo di quegli anni. La saga prese il nome di “Peppone e Don Camillo”.
Gli episodi erano ambientati a Brescello, Barsèl nel dialetto locale, un comune italiano di poco più di 5000 anime della provincia di Reggio nell’Emilia, ben dieci volte di meno rispetto a Martina Franca, Martén nel dialetto locale, situata nella valle d’Itria in provincia di Taranto.
Quella di allora era la storia di Peppone e Don Camillo, il primo il sindaco comunista Giuseppe Bottazzi detto Peppone, interpretato da Gino Cervi, l’altro un sacerdote interpretato da Fernandel che condannava l’ideologia comunista e non la persona.

Padre Paolo (Don Camillo) Franco Ancona (Peppone)
I due si sono reincarnati a quanto pare nel Sindaco Franco Ancona, anche lui comunista di nascita e via, via, ha aderito a tutti i cambiamenti delle denominazioni del partito originario, l’altro Padre Paolo Lomartire un giovane parroco nato a Massafra che pensava di ringiovanire una parrocchia, pur mantenendo il decoro della chiesa e della devozione francescana.

La Chiesa di Cristo Re
La diatribe tra i nostri Peppone e Don Camillo inizia con il posizionamento di una giostrina nell’area antistante la chiesa, una decisione accettata seppure a malincuore dal giovane parroco per spirito amorevole nei confronti della famiglia del giostraio in difficoltà, in quanto doveva essere a tempo limitato e non oltre la fine di dicembre scorso.
Il Comune si impegnava, più di un anno fa, a trovare al giostraio una nuova sistemazione. Parola (??) di Pasquale Lasorsa, assessore a tempo pieno da dieci anni per la quale ha dovuto addirittura rinunciare alla sua attività di avvocato

L’Assessore Pasquale Lasorsa
Di quest’ultimo personaggio, per la verità, non riusciamo a trovare alcuna analogia con personaggi del film diretto da Comencini.
Sono passati otto mesi e la giostra è ancora lì.
Per la verità fa un certo effetto quando si svolgono le cerimonie fuori dalla chiesa, soprattutto durante i funerali, anche se, per il Sindaco e l’Assessore, potrebbe essere una buona idea quella di intrattenere i bambini durante le esequie funebri.
Altro motivo di scontro tra Parroco e Sindaco (attraverso il fido assessore) il camion con una vela pubblicitaria sul sagrato di proprietà della parrocchia che nemmeno i cannoni riescono a far spostare, ma che intrattiene gli automobilisti durante i semafori rossi, mai come in quest’ultimo periodo con pubblicità di festival della magia (sacro con profano per essere in tema).
Codice della strada? Nella città di Martina Franca è a libera interpretazione, come in questo caso.
In alcune circostanze si è dovuto addirittura spostare il percorso della processione per non urtare la suscettibilità del proprietario della struttura pubblicitaria.
Insomma, come potete leggere sembra di rivedere i dispetti che Peppone faceva a Don Camillo, solo che per quest’ultimo era più facile parlare con Gesù di quanto lo sia per Padre Paolo parlare con il Sindaco se non attraverso PEC, ma oggi la storia si arricchisce di un altro episodio.
L’Associazione martinesi.it aveva chiesto al sindaco Franco Ancona di poter posizionare una lapide, realizzata a proprie spese, per commemorare le vittime locali del Covid, cosa già fatta in diversi comuni italiani, tra questi anche pugliesi, ad esempio quello di Massafra che ha dato i natali al nostro Don Camillo, all’anagrafe Padre Paolo Lomartire.
L’Associazione si rimetteva al Sindaco e al Lasorsa per la scelta dell’area dove posizionarla.
Ma la risposta del primo cittadino è stata netta e perentoria: “E’ prematuro il posizionamento di una lapide per i caduti del Covid in quanto siamo ancora in emergenza sanitaria che è stata prorogata al 31 dicembre. Parliamone dopo la fine della pandemia” Per il momento hanno ricorrenze più importanti organizzati dall’Amministrazione Comunale (Massimo Ranieri, Rapper, Concerti ecc.). E poi raccolgono meno voti in prospettiva delle elezioni amministrative del prossimo anno”
A questo punto ecco che rientra in scena il nostro Don Camillo: “L’area ve la diamo noi sul sagrato di nostra proprietà. E’ un onore dar spazio alla lodevole iniziativa dell’Associazione Martinesi, tutto questo lo faremo in tempi brevi.”
Forse, per il Parroco è l’occasione di prendere due piccioni con una sola fava: 1) prendersi una rivincita con i due amministratori comunali 2) Far posizionare la lapide dove ora sorge il camion della pubblicità.
La storia si ripete. Quale sarà il finale di questa puntata? Chi prevarrà tra i nostri Peppone e Don Camillo?
Chi è il vero regista di tutto questo? Non certamente il Lasorsa, impegnato
in questo momento sui monopattini.

L’Assessore Lasorsa impegnato sui monopattini della città
Il finale potrebbe sorprendere tutti, anche se per il Sindaco: I morti possono attendere.
Antonio Rubino