MONTEDARENA, IL PARADISO DEI TARANTINI
“Il mare è una malattia al contrario: se la fai da bambino, poi non guarisci più”
Se davvero vuoi divertirti e sentire l’aria estiva e frizzante del Ferragosto, devi recarti a Montedarena. I tarantini lo mettono in pratica da circa 50 anni. Una sorta di seconda residenza per i ragazzi degli anni 70. D’estate, l’allegria regna sovrana su qualunque litorale ma, ne siamo certi, a Montedarena c’è nell’aria qualcosa di speciale che rende tutto frizzante. Capita ancora oggi di avvertire sensazioni benefiche per la mente, oltre che per il corpo e non solo ad agosto.
I ragazzi di oggi continuano ad andare in spiaggia di notte, proprio come facevano i loro genitori e i loro nonni. Negli anni settanta c’erano le comitive.
Montedarena aveva lo stesso fascino di oggi.
Si trova a pochi chilometri dalla città, ed è una sorta di quartiere con annessa una spiaggia, il tutto appartenente al territorio di Pulsano. La notte, i giovani che cantavano Baglioni, quello di “Questo piccolo grande amore”, restavano a dormire in quel tratto di Paradiso, dopo aver fatto il bagno e riso a crepapelle; i più fortunati, quelli che erano in coppia, riuscivano anche a scambiarsi qualche tenera effusione. Nulla di più, troppi occhi a vigilare, fra parenti e rosiconi vari. Purtroppo i furti erano all’ordine del giorno. Era facile, al mattino, vedere ragazzi disperati in strada, che cercavano i propri “Ciao” (motorino in voga all’epoca) e tutto quanto poteva essere appetibile. Li riconoscevi, oltre dai volti sconcertati, dal fatto che erano praticamente rimasti col solo costume da bagno. Anche noi abbiamo vissuto questa triste esperienza. I “ladri di sabbia”, cosi li appellavano, erano sicuramente dell’entourage. Forse non di Pulsano, ma era comunque difficile incontrare, a Montedarena, veri e propri forestieri. Al massimo, veniva a trascorrere le vacanze qualche tarantino che aveva fatto fortuna altrove, soprattutto al nord Italia. Ti accorgevi, da un anno all’altro, che molti di loro avevano cambiato l’accento. E quindi era facile appellare l’amico che si era trasferito in Lombardia come il milanese, o quello in Emilia come il bolognese e così via. Quel muretto di Montedarena, che affacciava sul mare ma che fronteggiava il ‘Sud Hotel’, era divenuto il tempio dei ragazzi degli anni 70. Tanti i ricordi. Chissà in quanti si sono fidanzati sul quel tratto di cemento. I giovani tarantini che più affollavano questo meraviglioso posto, arrivavano dal rione Italia di Taranto. Si trasferivano in massa a Montedarena. Molti costringevano i propri genitori a prendere in fitto le case. Va detto, però, che ci venivano di buon grado in quanto c’era da divertirsi anche per loro. I ragazzi, i cui genitori non potevano permetterselo, venivano ospitati dagli amici o, al massimo, montavano delle tende negli spazi disponibili. E poi c’erano le feste nelle case. Più imbucati che invitati. Ma non si buttava fuori mai nessuno. Si conoscevano tutti.
E a Montedarena nascevano gli amori importanti.
Ancora oggi è possibile vedere delle coppie, sul litorale, mano nella mano, come 50 anni fa. “Certi amori non finiscono mai… Fanno dei giri immensi e poi ritornano. Amori indivisibili, indissolubili, inseparabili”, dice Antonello Venditti. Ma nascevano anche le amicizie importanti e anche gli odi eterni, frutto di amicizie distrutte dalla gelosia. Estati indimenticabili. Gli amori estivi sono i più intensi, ma anche i più brevi. Il tempo di una hit parade estiva, come cantava Fred Bongusto, in quegli anni ‘70, “Tre settimane da raccontare a tutti gli amici tornando dal mare”. E poi niente più. Ogni anno torniamo in quei luoghi con la stessa felicità dei vent’anni e ci capita di vedere, su quel muretto, qualche nonno che racconta le sue avventure ai nipoti, tante storie affascinanti di estati diverse. Sono i più giovani ad ascoltarle con più interesse. Ovviamente i ragazzi si augurano di viverne, anche loro, qualcuna simile. E i giacchettini di fine agosto, inizio settembre, ne vogliamo parlare? Anche gli indumenti avevano il loro fascino, perché permettevano, a chi non era il massimo in costume, di ben comparire, indipendentemente se fosse donna o uomo. In fondo, gli amori che sbocciavano a fine estate, potevano subire un trascinamento ed essere i più pericolosi. Bisognava evitare, se possibile, per i maschietti, di fidanzarsi con una ragazza del luogo o comunque di vicino Taranto. Meglio una tarantina emigrata a Milano… L’anno dopo, sarebbe tornata ancora più emancipata.
Montedarena oggi.
Oggi, Montedarena, ha subìto dei mutamenti che l’hanno portata ad essere più illuminata e piena di esercizi commerciali frequentati soprattutto dai turisti, decisamente più numerosi rispetto agli inizi. Il fascino è lo stesso e, dopo l’incendio che devastò il vicino Lido Silvana, famoso nel mondo per via del campeggio internazionale che conteneva, ha assorbito quella parte di turismo. Insomma, una zona bellissima con un mare spettacolare e tanta allegria. Grazie Montedarena per quello che continui a dare ai tarantini: tanto amore, comunque reciproco.
Francesco Leggieri