“Ti odio”
L’odio sui social è molto più potente rispetto a quello tradizionale. Ha una forza devastante in quanto è aiutato dall’anonimato. Procura più danni, fino a diventare letale. L’odio viene alimentato dalla condivisione, anche da un semplice like. Si sono creati gruppi, grazie ai social, che hanno generato più vittime di una rissa da stadio tra due opposte fazioni. All’interno di una cameretta, quando magari si è da soli, viene fuori quanto di più malvagio possa esserci all’interno di una mente umana. Ne è esempio lampante quello di piazza, dei cortei, o magari dei negazionisti che arrivano ad aggredire le forze dell’ordine o un giornalista, con l’obiettivo di affermare che il Covid non esiste ed è tutto un complotto per controllarci con il vaccino. Spesso chi odia è un frustrato. Si alimenta con l’anonimato. Sui social non mette mai la sua faccia né alcun riferimento che possa portare alla sua identificazione. E’ praticamente un codardo. E’ spesso mangime ghiotto per chi ha altri obiettivi. Stanno nascendo sulla rete eserciti che si rifanno ad Hitler, a Mussolini, Stalin. L’odio non ha colore politico. Fa comodo identificarlo per una parte o per un’altra. La violenza non ha colore. Come dicevo, l’odio è un virus che riesce a contagiare e lo fa con una facilità che può essere paragonato a quello che ci sta flagellando da un anno a questa parte. Anche una semplice protesta di piazza, che può avere una motivazione plausibile, può essere aggredita dal virus. Esattamente come il Covid che riesce supinamente ad aggredire altri organi e portarti alla morte. Una protesta di commercianti contro le chiusure, viene contagiata da questi individui capaci di farla diventare guerriglia urbana. L’odio ha radici profonde. Cresce a volta dalle scuole. Prima due, poi tre, infine un gruppo che si fa forte dell’insieme per aggredire il più debole. Si chiama comunemente bullismo. Spesso alimentato dall’omertà di insegnanti che fanno finta di non rendersene conto. L’odio usa degli strumenti, il più comune è il telefonino. Oggi viene dato anche ad un bambino di otto anni. Il passo successivo è il social. Le ultime vittime sono stati bambini che giocavano a Tik Tok. Oggi il garante si è limitato ad impedirne l’accesso ai minori di 13 anni. Solo a 13 anni. Mi ha colpito una vicenda di una ragazzina. Una brava ragazza invitata ad una festa di amici che per la prima volta beve qualcosa in più tanto da svenire nel bagno. Alcuni adolescenti come lei, la vedono a terra e che fanno? La spogliano, fanno finta di avere dei rapporti sessuali con lei, con altri che fotografano il tutto. Quelle foto fanno il giro del web. Quella ragazza si è suicidata. E’ solo la punta di un Iceberg. L’odio ha la capacità di crescere ed evolversi. L’infermiera che per prima si è fatta il vaccino, diventata la testimonial per promuovere la vaccinazione, è stata infangata sui social in tutti i modi. Uno, cento, mille aggressioni con messaggi di ogni tipo. Coloro che un anno fa erano definiti eroi, ovvero infermieri, medici, personale medico, soccorritori, oggi sono bersaglio di insulti di ogni tipo. La matrice è sempre la stessa. Il più comune è l’odio provocato dall’appartenenza politica. Qualche mese fa la morte della presidente della Regione Calabria. Era leghista. Gli insulti più aberranti, in particolare da sostenitori dei 5 Stelle, uno di questi un tarantino che faceva il portiere d’albergo in un hotel romano, ma addirittura da tale Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia sempre dello stesso movimento, costretto poi a scusarsi.
L’odio genera odio. Senza di questo non ci sarebbero guerre. Come combatterlo? Facendo gruppo, utilizzando la stessa strategia. Ovvero, sotto post o messaggi di odio, metterne altri altrettanto impetuosi a sostenere le vittime. Il bene è l’unico rimedio. L’odio colpirà anche ciascuno di noi, quando meno ce lo aspettiamo. Ma l’amore vince tutto. Omnia vincit amor. L’Amore vince tutto!!