In alto la testa di fronte alla Bellezza!
“Bisognerebbe educare la gente alla Bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore” Peppino Impastato
Sempre di più anche in Puglia l’Arte viene incontro alla gente imponendosi per le strade e sui muri, portandoci ad alzare la testa, a distogliere lo sguardo dai display dei telefoni per volgerlo verso il bello, verso le emozioni di una fotografia, di un dipinto, di colori che evocano sensazioni, storie, riflessioni, vita reale e/o desiderata. I borghi diventano pinacoteche più o meno temporanee, le strade e le pareti (imponenti o abbandonate) si trasformano in cornici verticali impossibili da ignorare: finalmente alziamo la testa di fronte all’Arte e alla Bellezza
I colti e i cultori d’arte, gli studiosi e i salottieri frequentano già musei e gallerie, cercano mostre d’arte, esposizioni e installazioni e fanno chilometri per osservarle e goderne; tutti gli altri invece (la gran maggioranza) hanno bisogno di esserne invasi per notare l’Arte, per scoprire quanto faccia riflettere quel viso, quella scena, quell’insieme di colori; mentre sgranocchiano panzerotti e patatine sono, almeno, incuriositi da quel muro abbandonato che si è trasformato in un “maxi display artistico”, per spesso restarne attratti in ammirazione o riflessione, due approcci che di questi tempi ci fanno bene.
L’Arte sulle pareti diventa stimolante arredo urbano, spesso si trova infatti nelle periferie dove è più sovente trovare edifici in degrado, per incuria o addirittura in abbandono, mostri di cemento che offendono la vista e il cuore di chi ama quel territorio o di chi lo visita per qualunque motivo.
“Se si insegnasse la Bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà.- diceva Peppino Impastato – All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità: si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre”
Si usano anche borghi storici di eccellenza come gallerie d’arte, quasi sempre per mostre temporanee per deliziare abitanti e turisti durante le loro passeggiate, dando loro un motivo in più per fare due passi con gli amici gustando quel gelato e disquisendo su quell’opera.
E’ il caso, ad esempio, del PhEST 2020 di Monopoli, V edizione del festival internazionale di fotografia e arte che si svolge nella splendida Monopoli dal 7 agosto al 1° novembre. Circa 20 fotografi di livello internazionale espongono gigantografie in questa mostra sicura e gratuita per tutti, con la scelta di location tutte all’esterno per questa edizione dedicata alla Terra, intesa sia come pianeta che come mondo contadino e riscoperta del suo valore, per aiutarci a ritrovare l’essenza delle cose e il contatto con la terra per ripartire da essa.
Ancora Street Art fotografica, questa volta a Peschici: con l’intento di “tornare a mettere l’essere umano al centro” nasce il progetto Pantheon del Gargano, dove uomini e dei si incontrano e si fondono in immagini altamente evocative. Il fotografo e artista Alessandro Tricarico, dopo aver approfondito ricerche sui riti pagani del Gargano, ha riadattato le divinità di quel tempo a personaggi legati alla quotidianità di Peschici, trasformando ad esempio il pescatore Peppino in un Dio del Mare ed utilizzando una parete diroccata a picco sul mare su cui ha incollato una suggestiva gigantografia alta 7 metri composta da 6 fogli in carta. In questo modo Alessandro Tricarico intende far scoprire luoghi inesplorati della “Montagna del Sole”, fuori dalle rotte turistiche. “Il mio desiderio è che la gente possa riappropriarsi di questi angoli di bellezza o scorci di denuncia”
Street Art mondiale pittorica invece, rivoluzionò Grottaglie (la città delle ceramiche in provincia di Taranto) dal 2008 al 2012 con un itinerario artistico ancora in gran parte oggi visibile: il Fame Festival. In quegli anni, Angelo Milano, esuberante curatore e gallerista della cittadina che ospita gli antichi laboratori di ceramica, riuscì a portare a costo zero alcuni dei migliori interpreti della scena internazionale della street art: Blu, JR, Swoon, Osgemeos, Momo, Vhils, Erica il Cane e tanti altri. Furono ospitati da parenti e amici. Le loro opere, con temi legati anche alle problematiche ambientali del territorio, stravolsero muri e facciate dei palazzi e furono accolte come atti vandalici. Senza autorizzazione. Alcune cancellate. Ma anno dopo anno la percezione cambiò e nel momento in cui la gente si entusiasmò per ciò che accadeva e l’amministrazione comunale e i cittadini cominciarono a richiedere addirittura le opere, il gioco del Fame Festival era a quel punto finito, per lasciare finalmente il suo segno.
Ancora un esempio di Street Art pittorica a San Marzano di San Giuseppe, in provincia di Taranto, giunta tra le prime 17 località italiane con più murales in compagnia dell’altra pugliese Grottaglie ma anche di Diamante, Dozza e Orgosolo. Questa volta il tema tratta degli “antichi mestieri”: fabbro, ciabattino, fornaio, pescivendolo, zuccatore, trappitaro, pastore, paretaro, traviniere, falegname, olivicoltore, vendemmiatore, monnatore e tanti altri. Sono appunto gli antichi mestieri, quelli che conservano e tramandano i segreti di professioni che si perdono nella notte dei tempi. Quelli che spesso si sente dire “non li vuole fare più nessuno”. A San Marzano di San Giuseppe questi mestieri diventano i protagonisti di murales in giro per la città.
E ora la Regione Puglia lancia dal 2020 una nuova stagione per la Street art in Puglia: finanziamenti per 4 milioni di euro per rilanciare “L’arte e la creatività urbana e per migliorare le nostre città”; così dichiara nel giugno scorso Loredana Capone, Assessore Regionale all’Industria Turistica e Culturale.
Parte così un grande programma a sostegno di interventi di Street Art in Puglia, il più imponente in Italia, che dà il via libera definitivo a un articolato programma finalizzato a valorizzare l’arte urbana come strumento di riqualificazione di aree degradate e periferiche.
L’iniziativa fa parte del più ampio programma ‘STHAR LAB’, approvato dalla Giunta a dicembre 2019 e finalizzato al recupero di beni e luoghi culturali appartenenti ad amministrazioni pubbliche attraverso laboratori di fruizione articolati in tre ambiti tematici (street art, teatri storici, habitat rupestri) in grado di attivare percorsi culturali di relazione pubblica e collettiva. L’intento è di produrre grazie alla Street Art un grande impatto culturale, artistico, urbano, sociale e anche turistico nei territori pugliesi.
Ph. credit Gino Tafuto