La tragica morte di Martino Fumarola
Martino Fumarola era un ragazzo di 30 anni, poteva essere un nostro figlio, un nipote, un fratello o semplicemente un amico. E’ un’altra vittima di un sistema sanitario che non funzionava già prima del Covid in Puglia, immaginatevi ora. Superficialità, negligenza, incapacità, sarà una inchiesta richiesta ad alta voce dalla famiglia ad appurarlo. Il ragazzo aveva qualche giorno fa accusato degli attacchi d’ansia. Aveva qualche problema a respirare. Una visita dal medico di famiglia, la prescrizione di analisi di routine che per avere in fretta i risultati, vista anche la situazione al CUP di Martina Franca dove bisogna raccomandarsi al Signore, oltre a fila interminabili sotto il sole, decide di farle analizzare presso un centro privato d’analisi. Ma il destino rema già contro a questo ragazzo. La macchina si rompe e i risultati saranno noti solo dopo la sua morte. Erano normali anche se veniva diagnosticata una infezione in corso. Martino si sente male, sono le ultime ore di vita.
Chiamano l’ambulanza, gli fanno l’elettrocardiogramma, sembra normale. Il ragazzo avverte dei forti dolori all’addome. “Tutto bene, stai tranquillo, stai bene”, gli dicono i medici che gli fanno una fiale di cortisone. E’ l’ultima volta che i familiari vedono Martino vivo. Muore durante il tragitto in ospedale.
Rabbia, disperazione, non solo della mamma Paola, di papà Francesco e del fratello Cesare, ma di chiunque conosceva questo ragazzo. Come dicevamo, i familiari vogliono sapere la verità su come sia morto. Hanno nominato un avvocato e un medico legale. Probabilmente gli verrà fatta l’autopsia.
Tutta Martina Franca, la città dove il ragazzo è nato e vissuto e Locorotondo, dove aveva aperto una sartoria con il fratello, scrivono sui social messaggi di cordoglio. Chiunque lo avesse conosciuto gli voleva bene. E come si poteva non volergliene?
Martino Fumarola portava il nome del nonno Martino Palazzo, capostipite di una nota famiglia di confezionisti di Martina Franca denominata Palazzo Confezioni, anche lui scomparso alcuni anni fa. Da oggi lo guiderà per mano in un mondo sicuramente migliore di quello in cui viviamo. Con il fratello Cesare avevano aperto una sartoria a Locorotondo. Abbiamo avuto modo di parlarci, conoscerli meglio. Ho ascoltato personalmente i suoi sogni, insieme a quelli del fratello. Un ragazzo educato e riservato.
Curava la parte amministrativa dell’azienda sartoriale alla quale avevamo dedicato una copertina
Avremmo fatto una sfilata insieme, magari Portici d’Estate se non fosse accaduta la fine del mondo con il Covid. A Martino e Cesare avevamo dedicato una copertina di questo giornale che vi riproponiamo. Avevamo raccontato i loro sogni, le ambizioni. Martino era un nostro amico, così come nostra amica da sempre lo è Paola. A lei, al marito Franco, al fratello Cesare, a Mimmo, Martina, Franco, alla nonna e a tutti i familiari va un forte abbraccio da parte di tutti noi, compagni di viaggio di questo splendido ragazzo, anche se per pochissimo tempo.