Denunciato Mittal per utilizzo improprio della cassa integrazione
Il 27 marzo, denuncia la FIOM CGIL, Arcelor Mittal comunicava alle organizzazioni sindacali l’apertura della cassa integrazione ordinaria con causale “COVID 19 Nazionale”, in cui definiva un numero massimo di personale che riguardava tutta la forza lavoro per un totale di 8173. L’azienda aveva proceduto, entro i tre giorni previsti dal decreto legge, ad un’unica giornata di consultazione con le organizzazioni sindacali senza che ci fosse una reale volontà o possibilità, da parte della multinazionale, di raggiungere un accordo. Il 14 maggio Arcelor Mittal, a distanza di pochi giorni dalla ripartenza di alcuni impianti, aveva comunicato alle organizzazioni sindacali il fermo degli stessi impianti senza una giusta causa e utilizzando impropriamente la cassa integrazione scaricando il costo del lavoro verso l’istituto previdenziale. La sospensione delle attività con la conseguente collocazione in cassa integrazione per ulteriori 1000 lavoratori non sarebbe avvenuta per motivi di ritiro degli ordini già esistenti, ma bensì per una volontà aziendale non precisata. Secondo una parziale ricostruzione da parte dell’azienda si trattava di una condizione momentanea legata ad un rallentamento delle stesse aziende che, a tutt’oggi, non hanno ritirato gli ordinativi precedentemente assunti. Arcelor Mittal avrebbe potuto continuare con le attività previste, con gli impianti da poco avviati, stoccando il prodotto richiesto per poi commerciarlo. Inoltre, a seguito della comunicazione della fermata dei reparti, nello specifico il laminatoio a freddo e il treno lamiere. La FIOM CGIL avrebbe riscontrato una serie di criticità nell’utilizzo dell’ammortizzatore sociale riguardo la Rotazione del personale. L’azienda avrebbe selezionato il personale a cui inviare la lettera di collocazione in cassa integrazione, a data da destinarsi, nonostante ci fosse la possibilità di una rotazione equa tra i lavoratori. Infatti, in molti reparti di manutenzione e non solo, a parità di mansione, il personale avrebbe potuto effettuare una rotazione come avvenuto precedentemente. Le Modifiche su organico tecnologico e straordinario per tutti i lavoratori che effettuano la propria attività lavorativa a 21 turni sarebbe stato stabilito da un quoziente di rimpiazzo necessario a garantire ai lavoratori l’utilizzo di tutti gli istituti contrattuali e di legge, come ad esempio ferie, malattia, congedo parentale, Legge 104 ed etc. e ad impedire il lavoro straordinario. L’azienda nonostante le sollecitazioni delle organizzazioni sindacali ha collocato in cassa integrazione i lavoratori della squadra “disponibile” procurando una immotivata programmazione di lavoro straordinario in presenza dell’ammortizzatore sociale. L’azienda ha comunicato, attraverso i propri preposti, che qualora il personale attualmente in forza lavoro dovesse richiedere una giornata di ferie l’azienda automaticamente ha predisposto una giornata di cassa integrazione che incide, inoltre, sulla maturazione di chi usufruisce della legge 104. Per questo si sarebbe reso un imprescindibile ed immediato intervento da parte di INPS e dell’ Ispettorato Territoriale del Lavoro per impedire una serie di soprusi perpetrati dalla multinazionale.