Taranto – “Operazione Sangue Blu”, disarticolato sodalizio criminale dedito allo spaccio di droga tra Tamburi, Bari e Torre Annunziata | NOMI e FOTO
Alle prime ore del mattino di oggi, i Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Taranto, coadiuvati nella fase esecutiva dai militari del Reparto Operativo e delle Compagnie del Comando Provinciale di Taranto, con il supporto di unità cinofile antidroga ed antiesplosivo del Nucleo Carabinieri Cinofili di Modugno (Ba), hanno dato esecuzione, nel quartiere Tamburi del capoluogo jonico e in Grottaglie (Ta), a 13 provvedimenti cautelari (9 in carcere e 4 agli arresti domiciliari) emessi dal GIP del Tribunale di Lecce, dott. Michele TORIELLO, su richiesta del Sost. Procuratore della Repubblica di Lecce – Direzione Distrettuale Antimafia – dr. Alessio COCCIOLI, nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico, trasporto e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti; detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione illegali di armi, tutti residenti nel capoluogo ionico ed in provincia.
Le indagini, condotte tra il 2014 ed il 2016 dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Taranto e coordinate dalla D.D.A. salentina, hanno fatto luce su un intenso traffico di stupefacenti nella città di Taranto.
Nel corso delle attività investigative, condotte mediante servizi di osservazione, controllo e pedinamento e intercettazioni telefoniche ed ambientali, è emerso che l’organizzazione criminale, localizzata nel quartiere “Tamburi” del capoluogo jonico, gestiva un lucroso traffico di cocaina, eroina ed hashish, approvvigionati in rilevanti quantità e con ingente impegno economico, anche dal versante campano, in particolare da Torre Annunziata (Na), oltre che da Bari. Lo stupefacente veniva immesso sulle piazze di spaccio del quartiere “Tamburi”, dal quale si rifornivano numerosi
consumatori provenienti dall’intera provincia ionica, dalle limitrofe province di Bari, Brindisi nonché dalla vicina Basilicata.
Il denaro ricavato veniva utilizzato per nuovi approvvigionamenti, oltre che per la remunerazione delle figure “operative” in seno all’organizzazione quali i custodi, i corrieri, le staffette e gli spacciatori al dettaglio.
Le attività investigative hanno chiaramente fatto emergere che Francesco VITALE, cl. 1973, nullafacente e la moglie, Rosa DE LEONARDO, cl. 1977, casalinga, entrambi pregiudicati per reati in materia di spaccio di sostanze stupefacenti, avevano creato una struttura criminale solida, ma al contempo avvedutamente molto ristretta, occupandosi – anche in prima persona – di tutte le attività normalmente suddivise tra vari associati e quindi: acquisto della droga dai fornitori, trasporto nei luoghi di custodia, taglio e suddivisione, consegna agli incaricati dello spaccio sulle piazze, riscossione dei proventi, condividendo con pochissimi fidati i programmi, i mezzi e gli strumenti della struttura criminale.
Le indagini hanno dimostrato il pieno e consapevole apporto che la coppia ha fornito alla costituzione del sodalizio, alla perpetrazione dei reati necessari al suo consolidamento, alla riscossione dei proventi, alla predisposizione di strategie utili tanto ad accrescere ed a consolidare la forza e la caratura del sodalizio, quanto a mantenere l’egemonia sul piazze di spaccio, accreditando il perdurante coinvolgimento di entrambi in tutti i più rilevanti momenti della vita del gruppo criminale.
Componenti dell’associazione per delinquere e più stretti e fidati collaboratori della coppia sono poi risultati:
- Gaspare BEVILACQUA, cl. 1977, commerciante, pregiudicato per reati di spaccio;
- Cataldo CATAPANO, cl. 1976, nullafacente, condannato per reati in materia di droga e armi;
- Francesco DE BARTOLOMEO, cl. 1974, venditore ambulante, pregiudicato per reati in materia di sostanza stupefacenti;
- Michele DERCHIA, cl. 1968, nullafacente, pregiudicato per reati in materia di armi;
- Alessandro MASELLA, cl. 1981, nullafacente, pregiudicato per reati in materia di droga;
- Girolamo MASELLA, cl. 1980, gestore di un maneggio, pregiudicato per armi;
- Angelo PIZZOLEO, cl. 1975, nullafacente, pregiudicato per tentato omicidio e rapina.
In dettaglio, secondo quanto emerso anche dalle attività tecniche:
Gaspare BEVILACQUA accompagnava VITALE a Torre Annunziata per l’acquisto di stupefacente, discutendo delle strategie commerciali relative alla vendita dello stesso, rassicurandolo sulla qualità della droga acquistata da personaggi campani che, in una circostanza, a detta del VITALE, avrebbero fatto i “furbetti” nel contabilizzare il denaro corrisposto quale pagamento della droga appena ricevuta; lo stesso, inoltre, mette in guardia il capo circa possibili attività tecniche condotte dalle Forze dell’Ordine nei suoi confronti,
riferendo che un suo amico avrebbe fatto bonificare la propria autovettura con un dispositivo caricato tramite applicazione su un cellulare e sollecitando VITALE ad effettuare analoga operazione.
Anche Cataldo CATAPANO emerge quale organico al gruppo criminale, dedito allo spaccio per conto di VITALE e consegnatario di cospicue somme di illecita provenienza; dalle intercettazioni, i militari hanno avuto modo di ascoltare colloqui dai quali affiorano gli affari illeciti condivisi con il VITALE (che aveva proprio nel circolo privato del CATAPANO, ubicato nel quartiere Tamburi, il suo punto di riferimento per la commissione di attività illecite) per conto del quale peraltro procurava schede telefoniche intestate a prestanome per eludere possibili intercettazioni.
In merito a Francesco DE BARTOLOMEO, le indagini lo hanno rivelato quale stretto collaboratore del VITALE in tutte le attività criminali, accreditando che in un caso lo accompagnava, mentre il capo aveva con sé un’arma, nonché acclarando in una circostanza che contava i soldi consegnatigli e lo coadiuvava nel riscuotere i proventi da parte dei soggetti ai quali il sodalizio aveva ceduto stupefacente.
Anche Alessandro MASELLA, cognato del VITALE, è risultato coinvolto nelle attività di spaccio, partecipando insieme allo stesso suddivisione dello stupefacente, quale “uomo” di esemplare fiducia all’interno del sodalizio, stimato dal VITALE, che lo incarica, dopo la perdita di una fornitura di droga appena acquistata da Grottaglie subita dal sodalizio, di recarsi da VESTITA Diego, cl. 1971, per acquistarne altra.
Girolamo MASELLA, invece, viene in rilievo allorquando esprime il suo proposito al VITALE circa l’acquisto di una pistola, nonché per l’aver riportato al VITALE stesso lo stupefacente che quello aveva nascosto presso il suo maneggio.
Le indagini hanno inoltre acclarato il ruolo svolto da Angelo PIZZOLEO e da Michele DERCHIA; il loro costante e consapevole coinvolgimento negli illeciti affari del sodalizio, reso evidente dallo strettissimo rapporto di collaborazione intrattenuto con Francesco VITALE, insieme al quale sono stati ascoltati in più occasioni dagli inquirenti mentre colloquiavano.
Ulteriori elementi indiziari dai quali emerge la personalità criminale di VITALE e la leadership dello stesso in seno al sodalizio ed in generale sul quartiere, emergono allorquando, all’interno dell’abitazione del VITALE accedeva un Sorvegliato Speciale con obbligo di soggiorno, che gli dimostrava ammirazione e quella riverenza riservata di solito ai grandi Boss di quartiere. Il soggetto chiedeva, infatti il benestare per dare corso ad un autonomo gruppo di spaccio all’interno dell’agglomerato popolare di via Machiavelli, comunemente denominato “case parcheggio”, ubicato sempre nel quartiere Tamburi.
La disponibilità di armi da parte del VITALE si evince anche da una conversazione all’interno di un’autovettura, mentre si trova in compagnia di sua moglie DE LEONARDO Rosa, in cui riferisce di dover andare a consegnare “la pistola”, per la successiva custodia a CATAPANO Cataldo.
In altre conversazioni il VITALE, in maniera chiara ed esplicita, discutendo all’interno dell’autovettura con MASELLA Alessandro, riferisce di aver reperito un’altra arma, specificatamente una pistola marca Bernardelli, chiedendogli di custodirla in un posto ben sicuro, che non la facesse rovinare e nel contempo di facile accessibilità ed impiego in caso di bisogno.
Esterni all’associazione per delinquere ma tra i più assidui fornitori del sodalizio criminale emergono:
- Diego VESTITA, cl. 1971, commerciante grottagliese, con precedenti per truffa, a carico del quale emergono plurimi episodi di cessione al Vitale;
- Alessandro CASTIGLIONE, cl. 1987, pregiudicato per droga, nullafacente;
- Leonzio FONTANA, cl. 1976, nullafacente, pregiudicato per droga;
- Tiziano GALILEO, cl. 1973, pregiudicato per estorsione e droga, nullafacente.
Nel corso dell’attività sono stati eseguiti dai militari del N.O.R. di Taranto numerosissimi “riscontri” con perquisizioni e sequestri a carico di assuntori, talora giovanissimi, soprattutto nel quartiere Tamburi. Tra questi i più ingenti e significativi sono i seguenti:
- il 05 marzo 2015, in via Deledda, veniva tratta in arresto una persona e rinvenuto un involucro sigillato, contenente sostanza stupefacente del tipo “cocaina” per un peso complessivo di Kg. 1;
- il 13 agosto 2015, in via Macchiavelli, veniva rinvenuto un involucro sigillato, contenente sostanza stupefacente del tipo “eroina” per un peso complessivo di 100 grammi;
- il 20 agosto 2015, nei pressi della SS 7, veniva rinvenuto un involucro sigillato, contenente sostanza stupefacente del tipo “cocaina” per un peso complessivo di Kg. 1;
- il 05 settembre 2015, in via Metaponto, veniva rinvenuto 1 involucro sigillato, contenente sostanza stupefacente del tipo “cocaina” per un peso complessivo di mezzo kg ;
Nel corso delle perquisizioni contestuali all’esecuzione della misura inoltre, i Carabinieri hanno rinvenuto presso i domicili di quattro indagati, somme contanti di denaro complessivamente ammontante a circa 15.000 euro in banconote di piccolo e medio taglio; il denaro è stato sottoposto a sequestro poiché ritenuto provento di spaccio.
Significativo si è rivelato l’immancabile linguaggio criptico adoperato per indicare lo stupefacente: ““ Carne – Lamiere – La Macchina – il Coso – la moto – il caffè”, nonché il ricorrente riferimento ai consociati o elementi contigui al gruppo criminale tramite i “soprannomi”: CATAPANO Cataldo, in “Alduccio” DE BARTOLOMEO Francesco, in “Chichino” MASELLA Girolamo, in “Ciro”.
L’attività è stata convenzionalmente denominata “Sangue Blu” in relazione al contenuto di una conversazione nella quale proprio VITALE fa emergere la propria idea di essere il “capo” di una famiglia di “rango”, una famiglia appunto di SANGUE BLU. A tale Affermazione, sia la moglie che la figlia reagivano asserendo come il congiunto si sentisse un Re, un Boss con idee bellicose in testa.
In sintesi, nell’ambito del procedimento, in cui sono indagate complessivamente circa cinquanta persone, il G.I.P. di Lecce ha emesso O.C.C. per il reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti (art. 74 d.p.r. 309/1990) nonché per il reato di detenzione ai fini di spaccio (art- 73 d.p.r. 309/1990), disponendo la custodia cautelare in carcere a carico di 9 soggetti ai quali viene contestato il reato associativo e di 4 ai domiciliari. come meglio specificato nell’allegato elenco. Gli arrestati in carcere sono stati tutti tradotti presso la Casa Circondariale di Taranto.