Processo Scazzi: Michele Misseri sempre più ambiguo
Continuano le incongruenze di Michele Misseri che nella 32esima udienza del processo per il delitto della nipote persiste nel presentarsi come unico autore dell’omicidio e della soppressione del cadavere per poi – come spesso accade durante i suoi racconti – esordire con quel solito “plurale” : “Ho preso i vestiti di Sarah, dopo aver gettato il cadavere nel pozzo quando ce ne siamo andati”. Ancora una volta il contadino di Avetrana commette l’ennesima gaffe. Confuso, impreciso e con grossi vuoti di memoria Michele Misseri non smette di stupire e – mentre il pm Mariano Buccoliero era intento a cercare tra i verbali il contenuto di una intercettazione – estrae dalla propria tasca una corda (a suo dire) simile a quella utilizzata nel delitto e, alzandosi, mima lo strangolamento. L’episodio ha richiesto l’intervento del presidente Rina Trunfio la quale, dopo averlo rimproverato, gli ha vietato di rilasciare dichiarazioni spontanee. Misseri, allora, ha ripreso a rispondere alle domande dei pubblici ministeri che gli hanno rivolto numerose contestazioni. Visibilmente distratto, infatti, il contadino di Avetrana ha, in aula, più volte negato quanto rilasciato sui verbali e sui memoriali risalenti all’ottobre e novembre 2010. Una documentazione errata, secondo il teste, perché riprodotta sotto l’effetto di psicofarmaci e delle istruzioni suggeritegli dal suo ex avvocato Daniele Galoppa e dalla criminologa Roberta Bruzzone. Accuse gravi emesse da Michele Misseri esplose dopo ore di interrogatorio e sfociate in dichiarazioni altrettanto forti verso i due magistrati: “ voi non la volete la verità, la verità la voglio solo io per questa poveretta. Io l’ho ammazzata una volta, ma voi chissà quante volte la state ammazzando”. Nuovamente ammonito dalla Corte, lo zio di Sarah ha continuato il suo controesame dal quale sono emerse le note contraddizioni che caratterizzano da tempo le sue svariate versioni dell’omicidio.
Katia Impellicceri
katia.impellicceri@pugliapress.it