Chiarelli, più forte dello sciacallaggio mediatico
In tanti furono pronti a dargli addosso, senza alcuna pietà, quel sabato 17 settembre 2011. Cercarono di massacrarlo, facendolo apparire come un politico colluso in rapporti con la mafia e tanto di più. Un ‘autorevole’ (si fa per dire) quotidiano nazionale scrisse addirittura che era stato arrestato. Molte testate locali non furono da meno. Sul consigliere regionale martinese ci fu la gogna mediatica. Quello che era evidente fu che nessuno degli autorevoli ‘colleghi’ aveva letto le carte. Si, proprio così. Non le avevano lette. Noi lo facemmo, tanto da pubblicare un articolo in terza pagina dal titolo: “Preso di mira Gianfranco Chiarelli, nelle redazioni un insolito tam, tam che aveva come unico obiettivo il Consigliere regionale”. Era palese che c’era una regia politica in tutto questo e non bisognava andare molto lontano. Ricordo la sofferenza di Chiarelli, ma molto di più quella di chi gli stava vicino e che oggi, purtroppo, non può più gioire di questa logica conclusione della vicenda. Quell’articolo di Puglia Press arginò molti dubbi dei cosiddetti colpevolisti. Spiegammo esattamente come stavano le cose (Vi invitiamo a leggere nel nostro archivio quell’articolo pubblicato il 19 settembre 2012). L’onorabilità di Chiarelli viene ristabilita pubblicamente, anche se è facile pensare che ci sarà qualcuno costretto ad ingoiare rospi e a stampare sul proprio volto un sorriso di circostanza, seguito magari da un pubblico messaggio o da un SMS privato sul cellulare dell’interessato. Giustizia è stata fatta. E’ una bella frase, ma, forse, sarà ancora sommaria, in quanto nessuno pagherà per i danni indelebili che saranno portati per sempre da chi ha subìto un grande dolore.