Nasce la “Lega della Valle d’Itria” L’idea di Antonio Rubino per dare contenuto ad un brand oggi solo virtuale
C’è già un sito web www.legadellavalleditria.it, a giorni una prima bozza di marchio che sarà sottoposta al giudizio dei cittadini; ci saranno di certo il colore della terra e quello del sole. Nasce l’associazione “Lega della Valle d’Itria”. Nasce da una idea di Antonio Rubino lanciata durante la registrazione della nona puntata di Facciamo Piazza Pulita, il fortunato format che la redazione di Pugliapress realizza settimanalmente proprio per dibattere sui temi di maggiore attualità che riguardano il territorio della Valle d’Itria. La genesi di questa nuova straordinaria idea nelle parole del direttore di Pugliapress: “Si è avvertita l’esigenza di una associazione denominata LA LEGA DELLA VALLE D’ITRIA che ha per finalità il riconoscimento giuridico della Valle d’Itria attraverso metodi democratici e il suo riconoscimento internazionale quale Provincia e Regione indipendente. La Valle d’Itria che prende il nome originariamente dalla Madonna di’Itria o di Odigitria è tra i territori più belli d’Italia. La valle in cui si affacciano i tre comuni di Martina Franca, Cisternino e Locorotondo, alcune migliaia di anni fa era un lago. Il territorio della Valle d’Itria, come stabilito dalla costituzione di un distretto della Regione Puglia, può allargarsi ad altre città o paesi come Alberobello, Putignano, Castellana Grotte, Noci, Ostuni, Ceglie Messapica, Fasano, Monopoli, Polignano a Mare, Villa Castelli e la stessa Crispiano, un tempo costola di Martina e confinante con essa. Questo territorio può essere considerato una vera e propria regione o perlomeno alla pari del Salento (se non con delle maggiori peculiarità) della stessa Padania, della quale fanno parte città come Bergamo, Brescia che nulla hanno a che vedere con questa area. La Valle d’Itria deve essere più di un brand come qualcuno vuole fare intendere. Deve essere un progetto che abbia lo scopo di caratterizzare un territorio che possa gestirsi ed amministrare da solo. Un territorio che ha il mare, le colline, i trulli, la propria enogastronomia, la moda, l’artigianato, il commercio. Un territorio nel quale si vive bene e nel quale hanno deciso di viverci tanti personaggi famosi tra i quali Montezemolo e Violante. Un altro esempio? Martina, Locorotondo, Cisternino, pur appartenenti a tre provincie diverse hanno lo stesso prefisso 080, diverso dalle provincie di appartenenza (tranne Locorotondo). La Valle d’Itria ha la sua economia, il suo turismo. Tutti gli abitanti possono vivere bene se gli viene consentito di amministrarsi. Occorre un proprio distretto sanitario, una propria Prefettura, una Questura, una Camera di Commercio. Insomma, il territorio deve essere riconosciuto. Attenzione a non confonderci con quelle liste civiche che escono in periodo elettorale. Il progetto si rivolge innanzitutto al popolo della Valle d’Itria, poi ai politici bipartisan. Occorre far condividere il progetto. Intanto abbiamo dato incarico ad uno studio esperto di associazioni di Roma di creare lo Statuto ed il regolamento dell’Associazione. Organizzeremo una grande assemblea costituente alla quale tutti potranno partecipare. Creeremo, in quella occasione, tutti gli organi elettivi. A questa assemblea parteciperà e relazionerà il prof. Nico Blasi. Ripeto, non è un movimento politico, io stesso non ho mai avuto tessere di partito e non mi sono mai candidato. Può diventare un movimento politico? Se sarà l’unico modo per raggiungere l’obiettivo può diventarlo.” Come non condividere nei principi queste dichiarazioni? Certo, lo smisurato amore per il proprio territorio, la delusione per come nel tempo sia stato trascurato, portano Rubino, che interpreta sicuramente i sentimenti della maggior parte dei cittadini, quasi ad ipotizzare scenari separatistici; in realtà l’esigenza primaria è quella di riempire di contenuti quello che fino ad oggi è stato una semplice denominazione priva di alcun significato. Unire popoli accomunati dalle stesse tradizioni, le stesse vocazioni, la stessa cultura, laddove finora certa politica è riuscita solo a dividere.