Addio Pietro
Parlare di Pietro Franzoso sarebbe riduttivo. Poche righe, poche battute, non descriverebbero la grandezza dell’uomo, del politico, del padre, del marito e dell’amico. Pietro è stato nostro amico. Un amico leale, coerente anche quando si poteva non essere d’accordo con lui su alcune cose. Aveva l’abitudine di dire pane al pane e vino al vino. Era questo che piaceva di lui, anche quando ti mandava a quel paese. Oggi si sprecheranno le condoglianze, le attestazioni di stima, anche da chi lo ha temuto e combattuto. Cosa ne avrebbe pensato Pietro? In questi mesi abbiamo volutamente non scritto di lui, anche quando ci giungevano segnali di ripresa incoraggianti. Era una scelta. Non mancava, ogni giorno, la telefonata ad un amico in comune per sapere le sue condizioni. Eravamo convinti che ce l’avrebbe fatta. Passavamo dall’euforia alla preoccupazione. La cosa che ci faceva sperare era la sua grande lotta per vivere. Contavamo su quella. La lettera più bella letta e pubblicata su questo giornale è stata quella dell’On. Vico, all’indomani dell’incidente. Una lettera sincera, accorata, profonda, ancor più vera perché arrivava da un avversario politico. Pietro manteneva l’equilibrio politico nel territorio. Non sappiamo cosa accadrà domani, ciò che è certo che quell’uomo “con la sua voce così distintiva, il suo passo da gigante e il sorriso sornione …. figlio della provincia che aveva mantenuto il rapporto diretto con la sua gente e la terra che lo aveva generato. Non si era mai perso, né tra i salotti né tra la mondanità, e in questo la sua eredità politica è un messaggio di sobrietà e misura che in molti dovremmo ricordare”. Così lo ha ricordato ieri lo stesso Vico. Noi non avremmo potuto trovare parole più belle per ricordarlo. Addio Pietro.
Antonio Rubino