Foggia –“Mafia nel foggiano una delle più cruente”, intervista esclusiva per Puglia Press con Gianni Tonelli, Segretario Generale Sap
Una intera provincia che ancora oggi si è svegliata terribilmente scossa dal gravissimo agguato di due giorni fa a San Marco in Lamis, dove quattro persone hanno perso la vita, crivellate da diversi colpi di arma da fuoco, in un attacco in stile far – west, un gravissimo fatto di cronaca che ha visto la morte anche di due persone quasi sicuramente del tutto estranee al probabile regolamento di conti in atto, colpevoli solo di essere nel luogo sbagliato, e nel momento sbagliato. Una vicenda che in poche ore ha fatto il giro delle agenzie di stampa locali e nazionali, dei telegiornali e di ogni sito di informazione, e che ha lasciato inorridita e senza parole una intera regione, come anche tutta la nostra nazione. Su tale gravissima vicenda si è pronunciato ieri Il Segretario Generale del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia), Gianni Tonelli, da diversi anni in primo piano nella estenuante lotta a ogni tipo di criminalità e organizzazione mafiosa in tutto il territorio del nostro paese, e che in esclusiva per PugliaPress ha fornito le sue dichiarazioni ufficiali, riguardanti la situazione generale esistente nel foggiano nell’ambito della criminalità, ma anche sulle mancanze, e su tutti i mezzi di contrasto che andrebbero effettivamente applicati in tale territorio e non solo, per debellare efficacemente l’oramai dilagante fenomeno criminale.
Questa la nostra intervista esclusiva con il Segretario Generale Gianni Tonelli:
Il Procuratore antimafia Roberti ha detto che quella della provincia di Foggia non è una mafia di Serie B. Ma a Foggia come in tutta Italia mancano uomini e mezzi in Polizia. Cosa ne pensa?
“Il Procuratore ha perfettamente ragione. La mafia nel foggiano è una delle più cruente e radicate nel territorio e condizionante per tutto il tessuto economico, sociale e politico. Purtroppo devo dire che nonostante mi vengano segnalate con continuità le operazioni antimafia e quelli che sono gli atteggiamenti quotidiani della criminalità organizzata, non abbiamo mai avuto un riscontro però sul circuito mediatico nazionale. La cosa che mi dispiace è che deve accadere quello che è accaduto ieri a San Marco in Lamis, per poter, poi invece, attirare l’attenzione su un problema che noi abbiamo cercato di sollevare da parecchio tempo. E infatti, la Questura dovrebbe essere una categoria superiore, ci vorrebbe la DIA, la Direzione Nazionale Antimafia anche nel foggiano, e servirebbe un reparto prevenzione crimine, però, tutto questo si scontra, con la impossibilità del sistema a venire in soccorso di queste straordinarie esigenze, perché i tagli lineari applicati all’apparato della sicurezza hanno debilitato fortemente l’apparato intero. Mancano 50.000 uomini nelle forze dell’ordine, di cui 20.000 nella Polizia di Stato. Lei pensi che, l’Esercito Antimafia della Puglia è calato negli ultimi dieci anni di 2000 unità, perché 2000 unità sono quelle in meno all’interno della Puglia e delle forze dell’ordine.”
Circa 20 omicidi dall’inizio dell’anno, guerre sanguinose tra clan rivali, una criminalità che in tante occasioni non risparmia qui nessuno, neanche gli innocenti. Come è possibile contrastare efficacemente il dilagante fenomeno criminale nella provincia di Foggia?
“Sono cose che denunciamo, io nella mia persona di Segretario Generale del Sap da quando sono in carica, da tre anni, e costantemente in passato, cercai, anni fa, ben tre anni fa, di far comprendere al Dipartimento della Pubblica Sicurezza l’autenticità della situazione foggiana rispetto alle altre, tutte in emergenza. Comunque all’interno di questa valle di lacrime, la situazione foggiana meritava una particolare attenzione, ma devo dire la verità, non ho mai avuto riscontro, proprio perché il sistema ha una impossibilità oggettiva. Se dovessi dire cosa serve, so perfettamente cosa serve, e lo abbiamo scritto nel comunicato che è uscito e ripreso dalle agenzie di stampa, ma se dovessi dire dove li vado a prendere, no, è una valle di lacrime. Se lei pensa che a Caltagirone non esiste più attività investigativa, lì dove c’è ancora una Procura e dove c’è ancora un Tribunale, non esiste attività investigativa per mancanza di uomini e di controllo del territorio, ma si sono impiegate le energie per il Cara di Mineo, le ho già detto tutto. E’ una situazione che noi denunciamo da tre anni, purtroppo sono tutti nodi che stanno arrivando al pettine, sotto tutti i profili del controllo del territorio, alla lotta alla criminalità organizzata. Sappia, quest’anno sono andato alla commemorazione di Paolo Borsellino, due giorni prima rispetto al giorno dell’anniversario, e ho visto della “pletoraglia pelosa” che, oltretutto, come dice bene il Procuratore Nazionale Antimafia o anche il dottor Cantone, alla fine fa soltanto business o fa carriera sull’Antimafia, ma non dà concretezza a quelle che sono le esigenze del Paese.”
Ieri il Ministro Minniti è stato a Foggia per un vertice sulla sicurezza. Secondo lei, il Ministero e il Dipartimento hanno capito che c’è bisogno di più risorse sul territorio?
“Io sono certo che loro lo sanno già, non hanno bisogno di venire qua, è il fatto di cronaca che gli impone di spostarsi, per un fatto di responsabilità politico – istituzionale, ma loro lo sanno benissimo qual è la situazione del foggiano e cosa servirebbe. Il problema è che anche loro non sanno come tirarsene fuori, questo è ciò per cui io ho accusato e puntato il dito contro il precedente Governo, e il precedente Ministro, che hanno continuato nell’azione di debilitazione dell’apparato con i tagli lineari”.